Direttiva Efficienza Energetica

La Direttiva sull’Efficienza Energetica.

Il 15 Dicembre 2021 la Commissione europea ha presentato la Direttiva sull’efficienza energetica nell’edilizia pubblica e privata, sviluppando così un progetto che riguarda la politica ambientale UE “Fit for 55”, dove si punta a ridurre le emissioni di CO₂ del 55% entro il 2030.

Il tutto si configura come un vero e proprio pacchetto energia, con l’obiettivo di sostenere e facilitare la ristrutturazione di case, scuole, ospedali, uffici e altri edifici in tutta Europa, per ridurre le emissioni di gas serra e le bollette energetiche, migliorando la qualità della vita di milioni di europei.

L’obiettivo è che, a partire dal 2030, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero, con il target anticipato al 2027 per i nuovi edifici pubblici.

 

direttiva efficienza energetica

 

Per il raggiungimento di ciò, l’Unione europea non dovrà solo “ripulire” la propria domanda energetica, ma gli stati membri che la compongono hanno necessariamente bisogno di consumare meno e meglio. Ecco perché nel pacchetto Fit for 55 è stato inserito anche l’aggiornamento della Direttiva Efficienza Energetica (Energy Efficiency Directive – EED).

La proposta alza l’impegno comunitario dal 2020 al 2030. E lo fa attraverso una serie di meccanismi noti e nuovi target. 

La vecchia versione del provvedimento prevede che entro fine decennio l’Unione europea raggiunga collettivamente un target di risparmio del 32,5% sull’energia impiegata. Per garantire, per la stessa data, una riduzione delle emissioni climalteranti del 55%, Bruxelles ha alzato l’ambizione. L’EED propone di ridurre l’uso dell’energia comunitaria di almeno il 9% entro il 2030 rispetto allo scenario di riferimento del 2020. Si parla, quindi, di un taglio del 39% sui consumi di energia primaria e del 36% su quelli finali.

Gli stati membri, a questo punto, dovranno garantire il raggiungimento di tale obiettivo attraverso contributi nazionali indicativi basati su parametri di una combinazione di criteri, che riflettono le circostanze di ciascun paese. Questi includono l’intensità energetica e il PIL pro capite.

Per poter perseguire questo grande obiettivo da raggiungere nel 2030, vi è la necessità di creare dei piccoli obiettivi annuali da raggiungere da parte di tutti gli stati membri, tutto ciò per poter scongiurare il pericolo di ritardi e insuccessi.

I consumi dovranno essere quindi ridotti almeno dell’1,5% ogni anno dal 2024 al 2030, rispetto all’attuale 0,8%. 

 

In questo modo, nel caso in cui i Paesi fossero in ritardo con i propri contributi nazionali, verranno attivati “meccanismi per colmare le lacune”.

 

La nuova Direttiva Efficienza Energetica promuove il settore pubblico a modello per imprese e cittadini. Per questo comparto e le sue si prevede un obbligo specifico di riduzione annua dei consumi dell’1,7% e un rinnovamento sotto il profilo energetico, ogni anno, di almeno il 3% della superficie totale degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione a tutti i livelli. 

Gli enti dovranno tenere conto dei requisiti di efficienza energetica nei loro appalti pubblici di prodotti, servizi, edifici e lavori e promuovere l’uso di contratti di prestazione energetica in particolare per i grandi immobili non residenziali (oltre 1.000 m2) da ristrutturare. 

I Ventisette stati membri dovranno garantire che una quota specifica del risparmio energetico sia concentrata sulla fascia più fragile della società adottando misure tempestive ed efficaci per il miglioramento dell’efficienza energetica. 

Gli Stati membri dovranno provvedere affinché le imprese con un consumo medio superiore a 100 TJ/anno, attuino un sistema di gestione dell’energia, il quale richiederà una certificazione indipendente secondo le pertinenti norme europee o internazionali.